in collaborazione con arch. Claudio Cardinali e CIVICO1O
Il progetto di riqualificazione prende spunto dall’analisi delle tracce storiche trovate nei vecchi catasti comunali: attraverso il riemergere dei pieni e dei vuoti urbani, una nuova organizzazione spaziale e materica rimette a sistema la piazza con i luoghi di aggregazione preesistenti di Lapedona. Riscoprendo la sua identità urbana, Piazza della Concordia torna così a essere il filtro urbano tra storico e moderno, catalizzatore spaziale e sociale della vita quotidiana di paese. Lo studio delle antiche tracce storiche esistenti nella piazza si risolve nel progetto con l’inserimento di aree verdi piantumate con alberi di diversa grandezza, che ricalcano le particelle dei vecchi catasti e richiamano alla mente la spazialità che la piazza aveva in epoche differenti.
Una pavimentazione composta da una griglia regolare rende uniforme tuttala superficie della piazza, ricordando, con un intervento e un materiale moderno (il calcestruzzo), l’antico selciato del centro storico di Lapedona. Il passaggio tra la pavimentazione e il manto erboso non avviene in modo improvviso: non vi è una netta distinzione tra il verde ed il costruito, ma i due ambiti si integrano ed i confini si confondono, creando un passaggio graduale tra i due grazie a pixel di calcestruzzo in alternanza con l’erba. Per rendere più evidente la differenza tra il piano della piazza e quello carrabile, è stato pensato un piccolo salto di quota di 60 cm. Questo dislivello nelle fasce verdi si risolve in un movimento del terreno che crea delle piccole dune, mentre nelle aree pavimentate comprese tra esse tramite delle rampe dalla dolce pendenza che diventano gli ingressi veri e propri alla piazza. Viene ripensato l’arredo urbano, inserendone due tipi, uno fisso e l’altro mobile. mobili. Ad accompagnare la pendenza degli accessi,delimitando le zone verdi, si sviluppano lunghe sedute in calcestruzzo: stecche che richiamano le antiche divisioni tra particelle dei vecchi edificati un tempo presenti nell’area. Nella superficie liberata dalla rimozione del manufatto della Pro Loco,invece, un arredo urbano semi-mobile: panchine che si possono“aprire” facendone ruotare una parte con un angolo massimo di 90°, aumentando, così, il numero di sedute, per ridisegnare in modi diversi lo spazio. Se da una parte vengono potenziati i percorsi pedonali, ripristinando il collegamento tra le due piazze principali (attraverso la riorganizzazione dei Giardini delle bore in due fasce longitudinali)dall’altro non vengono negate le esigenze dei cittadini di attraversare la piazza con dei mezzi e di poter sostare in auto,rafforzando i due ingressi carrabili al paese e consentendo il passaggio su di essa con un percorso circolare che gira intorno alle aree verdi (mantenendo le attuali aree destinate a parcheggio). Il nuovo stand della Pro-Loco viene ripensato in una nuova veste e diventa un oggetto mobile e trasportabile, pensato per non permanere a lungo nella piazza. Dalle dimensioni di un container, ha la possibilità di ampliarsi lungo i lati lunghi, garantendo così la medesima superficie e volumetria dell’attuale manufatto. Inoltre permette una grande facilità di trasporto a inizio e fine evento,tramite un semplice rimorchio. La combinazione di due materiali di cui è costituito, uno opaco e l’altro semi-riflettente, crea un gioco di riflessi che amplia la percezione della spazialità della piazza. La coesistenza di tutti questi elementi mobili e ri-configurabili va a incrementare il livello di flessibilità dello spazio che, in alcuni periodi dell’anno, ospita svariati eventi, dai raduni automobilistici, a eventi religiosi, a sagre di paese, a eventi sportivi.